itinfo@rainbowkids.it     Mobile: +393387993775     Telefono: +390690405045
itinfo@rainbowkids.it     Mobile: +393387993775     Telefono: +390690405045

Bambini e tecnologia a tavola: il parere della psicologa

Bambini e tecnologia

La società odierna è ormai circondata dalla tecnologia e se in passato l’utilizzo dei device era sostanzialmente precluso ai minori, oggi anche i bambini in tenera età fanno largo uso di questi dispositivi. Una evidenza che sembra essere inevitabile, vista la larga diffusione dei mezzi digitali in ogni ambito, e che apre a una riflessione sul suo impiego nelle quotidianità dei più piccoli.
Se da una parte, infatti, è diventato praticamente impossibile tenere lontani i propri figli dalla tecnologia, dall’altra è necessario che i genitori pongano in essere quelle azioni che possano limitare i rischi connessi alla navigazione in rete, nonché evitare ripercussioni comportamentali date dall’eccessivo utilizzo in particolari situazioni, in primiis negli orari destinati ai pasti principali, circostanza sempre più frequente nelle case degli italiani e non solo.
Per comprendere al meglio questa tendenza, approfondire i vantaggi e gli svantaggi e farci consigliare al meglio su questo argomento, abbiamo intervistato la Dottoressa Elisa De Matteis, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva. Ecco cosa ci ha detto.

Dottoressa Elisa De Matteis, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva

Partiamo da un assunto generale: sono sempre di più i bambini che anche nei primi anni di età, entrano a stretto contatto con la tecnologia, soprattutto smartphone o tablet, forniti dai genitori. Come deve essere interpretata questa tendenza?
“La tecnologia ormai è parte integrante della nostra vita; le nostre case sono cosparse di strumenti tecnologici e l’uso che noi adulti ne facciamo è spesso molto consistente. Avrete notato come i nostri figli siano bravissimi sin da piccoli ad interagire con i dispositivi digitali e in particolare con i touch screen. Un’indagine realizzata dal Centro per la Salute del Bambino[1] già nel 2016 ha evidenziato come il 38% dei bambini con meno di 2 anni ha già avuto un primo approccio con uno strumento digitale per giocare o guardare un video; il 63% dei bambini fino agli 8 anni utilizza smartphone dei genitori, ed a 8 anni questa percentuale sale al 72%.”

Cosa dovrebbero fare i genitori?
“I nostri figli appartengono alla cosiddetta generazione dei ‘nativi digitali’, nati in un’era in cui i genitori e tutto l’ambiente in cui crescono è permeato dalla tecnologia in ogni ambito della quotidianità, e sviluppano quindi un primordiale legame con questi strumenti che risultano essere ormai irrinunciabili. Ci ritroviamo a rappresentare per i nostri figli un modello di uso della tecnologia: da noi apprendono che questo tipo di dispositivi sono il canale preferenziale per comunicare ma anche per imparare, giocare, svagarsi con i contenuti più diversi. Di fronte a questa invasione digitale, alcuni genitori sono diffidenti e proibiscono l’uso della tecnologia ai propri figli o selezionano attentamente i contenuti da proporre, altri invece ne concedono un utilizzo libero da qualsiasi controllo. Spesso li utilizziamo per creare un’alternativa a momenti noiosi per i bambini in cui i genitori hanno però bisogno di spazio per svolgere le proprie attività, come ad esempio una cena fuori durante la quale il bambino viene intrattenuto dallo smartphone.”

Pro e contro della tecnologia ai bambini

Quali sono i pro, se ce ne sono, e i contro?
“L’utilizzo di questa tipologia di device è particolarmente sconsigliato al di sotto dei 2 anni di età[2], sia perché la considerevole plasticità neurale massimizza i rischi derivanti dall’esposizione a immagini e suoni di quel tipo, sia perché non sono stati rilevati particolari benefici e risulta invece essere di fondamentale importanza per lo sviluppo l’interazione con i genitori e con l’ambiente. Nonostante quindi ormai si levino a più voci critiche sull’utilizzo degli strumenti digitali nella primissima infanzia, per i bimbi più grandi vi sono sia dei pro che vale la pena enunciare, che dei contro su cui soffermarsi a riflettere. E’ evidente che alcuni media sono fonte di opportunità per i bambini; se l’utilizzo è limitato, consapevole e ragionato in base agli obiettivi educativi che il genitore si pone, si crea un’occasione di sviluppo di riflessi, di coordinazione oculo-motoria e di problem- solving, o si affinano abilità multitasking quando ad esempio il gioco richiede l’utilizzo di più competenze cognitive differenti. Ancora, la tecnologia rende più accattivante l’apprendimento ad ampio spettro, dalle nuove modalità in cui si svolge una ricerca scolastica all’utilizzo delle LIM in classe, al video interattivo sull’argomento di studio assegnato. Ma quando l’uso diventa eccessivo, assume la natura di un vero e proprio abuso ed iniziano a manifestarsi tutti quegli effetti collaterali di cui tanto sentiamo parlare. I bambini che fanno un utilizzo eccessivo della tecnologica tendono a svolgere una vita sedentaria e ritrovarsi poi in sovrappeso, a ridurre al minimo i contatti sociali reali poiché sono incoraggiati dalla semplicità con la quale ottengono contatti virtuali, hanno disturbi del sonno e/o di concentrazione. Alcuni sviluppano dei veri e propri disturbi come infiammazioni dei tendini della mano o del polso o dolori cervicali dovuti alla postura scorretta che mantengono per lungo tempo. Nei casi può gravi i bambini si ritrovano in uno stato di alienazione in cui la realtà non viene più distinta dal mondo virtuale, arrivando anche a riprodurre nella quotidianità le sceneggiature del videogioco nel quale sono immersi, che sia violento, pericoloso o socialmente scorretto. Con il crescere dell’età, assistiamo sempre più spesso a veri e propri casi di dipendenza digitale tra i ragazzi. Non possiamo inoltre tralasciare le evidenze scientifiche delle correlazioni tra le radiazioni elettromagnetiche emesse dagli smartphone utilizzati in prossimità di parti del corpo particolarmente sensibili e lo sviluppo di tumori cerebrali.”

I pericoli della rete

I pericoli della rete sono noti a tutti, specie per quel che riguarda i minori. Come si può avere la sicurezza che i nostri figli non consultino contenuti sensibili e potenzialmente dannosi?
“La rete rappresenta un mondo ricco di potenzialità ma anche di pericoli spesso non prevedibili neanche da un adulto. Spesse volte i bambini che accedono alla rete senza l’attento controllo di un adulto incappano in video dai contenuti più disparati, si ritrovano a condividere foto personali senza esserne consapevoli, ad aderire a sistemi di messaggistica i cui fruitori non sempre sono portatori delle migliori intenzioni, o anche “solo” ad abbonarsi ad un servizio che il genitore si ritroverà a pagare senza sapere nemmeno di cosa si tratta. Per questa ultima eventualità possiamo con molta facilità contattare preventivamente il nostro gestore telefonico e bloccare da contratto l’acquisto di contenuti digitali. Per il resto, da genitori abbiamo il dovere educativo di installare su tutti i nostri dispositivi (TV comprese, data ormai la possibilità di accedere a tutti i contenuti in rete) app o software di parental control, tramite i quali definire i filtri più appropriati all’età dei nostri figli ed ai contenuti che consideriamo adeguati. Possiamo creare profili differenziati ormai in ogni dispositivo ed in ogni app, per essere noi adulti liberi di sfruttare i contenuti della rete ma essere al contempo tranquilli che i nostri figli non utilizzino la tecnologia in modo inappropriato. Questi accorgimenti non ci esonerano comunque da un controllo costante sulle attività che i bambini intrattengono con questi strumenti, e rimane ruolo del genitore assicurarsi del buon funzionamento delle strategie di controllo adottate. Per effettuare una selezione di app e giochi in base all’età dei nostri bimbi, possiamo utilizzare le indicazione PEGI, standard europeo che valuta l’adeguatezza in base alla presenza o meno di contenuti violenti o immagini non adeguate.”
Tra le circostanze in cui vengono utilizzati maggiormente questi device dai bambini, l’orario dei pasti è certamente il più diffuso: quali sono i motivi alla base?
“Spesso tutto inizia perché noi per primi siamo abituati a tenere sempre con noi un dispositivo: molti adulti chattano mentre mangiano, parlano al telefono o scorrono le pagine dei social mentre preparano o sparecchiano la tavola, altri ancora accendono la tv per ascoltare le ultime notizie durante i pasti. Di conseguenza, il bambino che è a tavola con noi necessita di un intrattenimento pari al nostro o che comunque rappresenti l’alternativa al genitore che in quel momento sta facendo altro. Molte volte invece quest’abitudine si instaura quando il bambino non mangia volentieri ed il genitore prova ad utilizzare un tablet o uno smartphone per farlo distrarre con contenuti divertenti.”

Cosa succede a livello relazionale

Quali sono i rischi connessi a livello comportamentale e sviluppo relazionale?
“La distrazione porta quasi sempre all’obiettivo di terminare il pasto come il genitore desidera, ma ha un costo comportamentale di non poco conto: i bambini distratti dal video che noi proponiamo mangiano sì, ma in modo meccanico perché la prevalenza di attivazione è per il senso dell’udito e della vista, mentre il gusto rimane in ultimo piano e spesse volte non raggiunge la consapevolezza del bambino. Il piacere di mangiare, assaporare cibi nuovi e ritrovarne altri già sperimentati non esiste più, e tutto si riduce a un processo di masticazione del tutto privo di coloritura sensoriale ed emotiva. Ancora, viene a mancare l’opportunità per i genitori di fornire spunti di educazione e per i bambini di apprendere le regole dello stare a tavola. Sicuramente le relazioni sociali risultano estremamente penalizzate dal “mancato incontro” con i genitori durante il pasto. La comunicazione tra i membri di questo sistema sociale in miniatura che è la famiglia sono quasi azzerate, la condivisione lascia il posto all’individualità e all’isolamento emotivo, non vi è lo spazio relazionale in cui portare i contenuti della quotidianità perché vengano accolti dall’adulto nella loro esposizione gioiosa o nella ricerca di supporto e contenimento emotivo in caso di esperienze negative. Non vi è altresì modo per i genitori stessi di condividere con i propri figli quelle esperienze personali dalle quali i figli potrebbero trarre insegnamento o che potrebbero essere lo spunto da cui partire per una conversazione ricca di partecipazione. In ultima analisi accade che il bambino percepisce il genitore come presente ma non disponibile poiché non risponde alle sue richieste di attenzione a volte fatte solo di sguardi o espressioni del viso, con la conseguenza che il rapporto sarà caratterizzato da sfiducia crescente nei confronti del genitore. Ci sembra quindi che lasciare i nostri bambini in compagnia di un video da guardare sul telefono in fondo non sia nulla di drammatico, ma quanto sopra esposto dovrebbe farci riflettere su quelle che sono le conseguenze effettive di questo comportamento e quanto varrebbe la pena impegnarsi per trovare una valida alternativa.”
Cosa dovrebbe fare un genitore per limitare l’uso della tecnologia a tavola?
“Innanzitutto evitare in prima persona di utilizzare il telefono o la tv mentre si mangia. Diamo il buon esempio, come sempre! Siamo adulti consapevoli del fatto che questo utilizzo non è corretto e se i bambini iniziano a chiederci di poter fare lo stesso non possiamo rispondere che a loro non è concesso. Se invece ci ritroviamo ad utilizzare le tecnologia a tavola per facilitare il pasto del nostro bambino, abbiamo assoluta necessità di trovare delle strategie alternative. Possiamo parlare con lui o raccontargli una storia, servirci di un libro con immagini accattivanti su cui poi abbiamo modo di inserire il nostro personale contributo che lo renda interessante per il bambino, possiamo scegliere canzoncine o filastrocche con le quali intrattenerlo, dei quiz o degli indovinelli per i più grandi. Tutto questo non deve mai mirare a distrarre il bambino dal fatto che siamo a tavola ed abbiamo a che fare con il cibo, ma anzi deve essere teso a trasmettergli la piacevolezza di questa esperienza sensoriale. L’obiettivo è comunicare con nostro figlio in modo attivo, creando un coinvolgimento personale basato sulla relazione genitore-figlio.”
Per concludere, è ancora possibile immaginare la crescita dei nostri bambini lontana dalla tecnologia?
“Non credo sia possibile ed in generale non avrei motivo per augurarmi che questo accada; come precedentemente esposto, vi sono degli aspetti positivi che possiamo sfruttare a vantaggio della crescita personale e cognitiva se riusciamo ad essere dei bravi “regolatori” per noi stessi e per i nostri bambini. Certo è che risulta indispensabile mantenere il giusto equilibrio nei tempi e nelle modalità di utilizzo della tecnologia ed essere un valido modello educativo per i bambini: se l’obiettivo è che imparino a fare un utilizzo consapevole della tecnologia, dobbiamo assicurarci che ci vedano fare lo stesso. Ricordiamo che le interazioni in famiglia, dal banale ascolto di un racconto personale o fantastico, alla lettura condivisa di un libro o di immagini, all’ascolto della musica, stimolano linguaggio, creatività e attenzione del bambino in modo molto più profondo rispetto ai contenuti digitali, proprio perché rappresentano una stimolazione mediata da aspetti emotivi e relazionali che nessun altro strumento è in grado di veicolare con pari intensità. Riuscire a trasmettere il piacere di condividere attività in famiglia risulta essere efficace nell’insegnare ai bambini un uso consapevole e appropriato degli strumenti digitali, molto più di quanto non lo siano le proibizioni. In ultimo, nonostante raccomando di ricordare sempre che esistono le più disparate tipologie di giochi in grado di stimolare in modo armonico tutti e 5 i sensi e non solo la vista come invece accade per i dispositivi digitali, non è comunque opportuno cercare di eliminare la tecnologia in un mondo ormai mediato da essa in tutti i suoi aspetti quotidiani; piuttosto impegnamoci a non lasciare i nostri bambini soli davanti allo schermo, valorizziamo il tempo e gli obiettivi di utilizzo e facciamoci mediatori di una vera e propria educazione digitale.”

Dott.ssa Elisa De Matteis -Psicologa-Psicoterapeuta dell’età evolutiva

[1]V. Balbinot, G. Toffol, G. Tamburlini _ Tecnologie digitali e bambini: un’indagine sul loro utilizzo nei primi anni di vita(Medico e Bambino 2016;35:631-636)

[2] Chassiakos YR, Radesky J, Christakis D, Moreno MA, Cross C; AAP Council on Communications and Media. Children and Adolescents and Digital Media. Pediatrics 2016;138 (5)

Leave a Reply